Endodonzia: che cos'è e come agisce
 

Endodonzia: che cos’è e come agisce

Maggio 12, 20160

L’endodonzia è una procedura moderna e all’avanguardia per la cura della carie, un trattamento rapido e indolore che permette di salvaguardare la funzionalità dei denti. Scopri di più.

 

L’endodonzia è una branca dell’odontoiatria che studia e interviene sui tessuti dentali più interni, occupandosi della cura delle patologie a essi collegate. Il trattamento endodontico, detto anche terapia canalare o canalizzazione, consiste nella rimozione dei tessuti interni del dente che sono stati danneggiati da un trauma o da una carie: lo scopo è quello di salvare il dente evitandone l’estrazione.

Endodonzia e devitalizzazione: sono la stessa cosa?

L’endodonzia viene anche chiamata, in maniera non completamente corretta, devitalizzazione: in realtà quando un dente viene sottoposto a un trattamento endodontico non viene “devitalizzato” nel senso stretto del termine, perché al contrario di quanto suggerisce il termine, le radici di un dente devitalizzato restano perfettamente vive e vitali. Per questo motivo il termine devitalizzazione, usato per indicare la terapia endodontica, risulta improprio; più corretto è parlare di terapia canalare o canalizzazione, termini che fanno riferimento ai canali radicolari all’interno dei quali l’endodonzia interviene.

Come agisce l’endodonzia?

Il trattamento endodontico moderno consente, grazie a soluzioni tecnologiche altamente innovative, ben diverse da quelle praticate in un passato fin troppo recente, che erano dannose e addirittura pericolose per l’organismo, di eliminare l’infezione causata dalla carie rimuovendo la polpa dentale compromessa, ma senza intaccare lo strato vitale più profondo della radice del dente, che quindi rimane vivo.

Se il dente fosse morto infatti l’organismo metterebbe in atto un processo di riassorbimento dei tessuti; grazie all’endodonzia invece è possibile conservare la sensibilità e la funzionalità durante la masticazione di un dente che è stato gravemente compromesso da una carie, evitando in questo modo l’estrazione del dente.

La terapia canalare moderna permette di rimuovere tutta la polpa dentale compromessa, dopodiché l’endodonto viene accuratamente sagomato, pulito e otturato: al termine di questo procedimento il dente conserva la propria vitalità ma smette di dare il caratteristico dolore provocato da un processo cariogeno.

Endodonzia: quando è necessaria?

Un trattamento endodontico si rende necessario quando, a causa di una carie molto profonda o di un trauma dentale, i tessuti interni del dente sono compromessi al punto che una semplice otturazione o ricostruzione non è in grado di curarli: si rende necessaria quindi una terapia canalare, che rimuove lo strato più interno della polpa dentale, penetrando fin nei canali delle radici del dente, pur senza intaccare, come dicevamo, la sua vitalità.

I sintomi della carie sono generalmente sensibilità al caldo e al freddo e dolore al dente. Ne abbiamo parlato approfonditamente qui.

Le fasi del trattamento endodontico

Il trattamento endodontico si svolge attraverso una serie di fasi:

  • Anestesia locale, necessaria per neutralizzare il dolore che il paziente già prova al dente infetto, ma anche per prevenire il dolore che potrebbe essere provocato dalla rimozione dei tessuti dentali che, come abbiamo detto, nel caso dell’endodonzia è molto profonda;
  • Isolamento del dente attraverso una “diga di gomma”, un foglio di lattice molto sottile che ha lo scopo di tenere separato il dente da curare da quelli vicini;
  • Accesso alla camera pulpare, individuazione dei canali radicolari e della loro profondità tramite lenti di ingrandimento e radiografie;
  • Rimozione della polpa dentale infetta e contaminata dai batteri;
  • Otturazione dei canali radicolari mediante materiali di elevata tecnologia;
  • Ricostruzione della corona dentale
  • Radiografia successiva per accertare i risultati della terapia e scegliere di realizzare eventualmente una protesi fissa a protezione del dente trattato.

Risultati dell’endodonzia

Un buon trattamento endodontico ha lo scopo di eliminare l’infezione provocata dalla carie per ristabilire la salute del dente che, una volta ricostruito, continuerà a svolgere le stesse funzioni di un dente integro.

Un trattamento endodontico correttamente effettuato ha una percentuale di successo molto elevata, che si abbassa però nei casi di ri-trattamento endodontico, quando cioè la prima terapia canalare non è andata a buon fine a causa di un errore o di difficoltà di esecuzione legate a una anatomia complessa del dente.

Endodonzia: durata e dolore

Il trattamento endodontico ha una durata variabile a seconda del dente da trattare: i molari ad esempio richiedono più tempo degli altri denti per essere trattati; si tratta comunque di una procedura rapida e indolore. L’endodonzia infatti si svolge in anestesia locale; il paziente può sperimentare eventualmente uno stato di indolenzimento successivo al trattamento. In casi di particolare sensibilità, la radice può far male anche dopo il trattamento, quando termina l’effetto dell’anestesia: in tal caso il dolore può essere efficacemente contrastato con un analgesico.

Ancora più rara è la possibilità che in seguito alla terapia canalare si sviluppi un ascesso, dovuto al passaggio dei batteri nella zona che circonda la radice dentale; in tal caso dolore e gonfiore andranno contrastati con una terapia antibiotica. Questa eventualità non pregiudica comunque il successo del trattamento.

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