Anche lo smalto dei denti può andare incontro a problematiche, fra cui una delle più importanti è l’ipoplasia dello smalto, un deficit dello sviluppo dello smalto parziale o totale.
Lo smalto è la sostanza più dura del corpo umano e ricopre la zona del dente esposta all’ambiente orale. E’un derivato delle cellule di origine epiteliale, sprovvisto del tutto di cellule e avente solo una minima parte di acqua. Lo smalto è formato dal 96% di idrossiapatite (un composto del calcio) e dal 4% di fibre organiche per resistere al carico della masticazione, e avere resistenza alle fratture. Tuttavia anche questa sostanza può andare incontro a problematiche, fra cui una delle più importanti è l’ipoplasia dello smalto.
Ipoplasia dello smalto : cos’è, quali sono sintomi
Questa condizione indica un deficit (ipo infatti significa poco) parziale o totale dello sviluppo dello smalto dentale. Lo smalto è il tessuto di protezione duro ed inorganico che ricopre permanentemente i denti, che in questo caso presenta cavità sulla superficie così profonde da raggiungere la dentina.
I denti con ipoplasia hanno un colore più scuro, caratteristicamente giallo/bruno e sono più sensibili al caldo e al freddo; hanno inoltre una predisposizione maggiore alle carie ed hanno problemi nell’occlusione.
Pur essendo una patologia spesso ad insorgenza infantile, (e che quindi interessa i denti decidui ) può non regredire durante la vita adulta del soggetto e interessare perciò anche i denti permanenti; sull’ipoplasia lo specialista può intervenire con ricostruzioni o protesi dentali in base alla gravità.
Cause dell’ipoplasia dello smalto
Le cause sono di due tipi: genetiche o ambientali. Le prime includono calcificazioni parziali o difetti della maturazione della matrice dello smalto su base genetica (nonni, zii, fratelli e sorelle o genitori affetti); le seconde sono molto più variegate e comprendono:
- nascita pre termine.
- Infezioni locali o traumi specie durante il parto, responsabile di depressioni circolari intorno alla corona dentale.
- Carenze nutrizionali, come le vitamine A,C e D o problematiche di malassorbimento dovuta a malattie croniche (sembra ci sia correlazione ad esempio fra questo disturbo e la celiachia, specie se questa intolleranza insorge intorno ai 7 anni d’età) .
- Assunzione di farmaci a base di tetracicline, soprattutto durante i primi sei mesi di vita. Le tetracicline infatti si legano durante la mineralizzazione, incidendo sulla corretta formazione dello smalto.
- Malattie esantematiche come la varicella, il morbillo, la scarlattina che causano febbre alta e malattie veneree ereditate come la sifilide congenita.
- Ingestione frequente di sostanze chimiche, specie il fluoro; per questo bisogna controllare che il bimbo non ingoi il dentifricio lavando i denti e che abbia un dentifricio apposito diverso da quello dei genitori.
Come si cura?
Vista la complessità del problema, il professionista farà un primo esame obiettivo della dentatura del soggetto, analizzando in primo luogo le possibili cause, specie con l’ascolto dei disturbi riportati dal paziente. Da qui poi si sceglie un tipo di trattamento dipendente dall’età del paziente e dalla gravità della condizione:
- Se l’ipoplasia interessa solo le cavità superficiali, si corregge il difetto estetico tramite lo sbiancamento della parte bianco-marrone.
- Se invece interessa le cavità profonde , si può correggere il deficit o tramite otturazioni con materiali compositi o ricostruendo lo smalto mancante con protesi dentali mobili o con ricostruzioni permanenti.
Si può prevenire?
Ci si può solamente limitare al rinforzo della superficie dentale, tramite un alimentazione ricca in formaggi e latticini (poiché fonti di calcio) e applicazioni di fluoro. Inoltre occorre sottoporsi in modo regolare a visite dentistiche e sedute di pulizia dei denti.
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